L’evoluzione delle carte da gioco: dai tarocchi medievali ai mazzi moderni - -
L’evoluzione delle carte da gioco: dai tarocchi medievali ai mazzi moderni

Dai tarocchi medievali ai mazzi moderni: l’evoluzione delle carte da gioco

Le carte da gioco, all’apparenza semplici oggetti che accompagnano momenti di svago in tutto il mondo, celano in realtà una storia millenaria e affascinante, costellata di trasformazioni geografiche e culturali. Per molti le carte sono addirittura delle opere d’arte e veicoli di significati esoterici. I semi, le figure e il numero di carte si sono evoluti nel tempo fino ad arrivare alle tipologie di mazzi che oggi maneggiamo con consuetudine, pur conservando tracce del loro ricco passato medievale, in particolare attraverso i migliori giochi di carte praticati anche ai giorni nostri e la peculiare storia dei tarocchi.

In questo articolo tratteremo:

  • Le origini delle carte da gioco
  • Il ruolo dei tarocchi medievali
  • L’evoluzione delle carte nei diversi Paesi
  • Dalle carte storiche ai mazzi moderni

Le origini delle carte da gioco

La storia delle carte da gioco inizia dall’enigmatico Oriente, con la Cina inquadrata dagli studiosi come probabile culla di questa invenzione. Sebbene i dettagli rimangano ancora oggi molto vaghi, alcune testimonianze indirette suggeriscono l’esistenza delle carte già durante la dinastia Tang (618-907 d.C.). A quanto sembra, inizialmente venivano impiegate per il gioco del domino o per rimpiazzare il denaro nelle scommesse. Le prime carte da gioco in Cina presentavano disegni e semi differenti rispetto alle controparti occidentali. Intorno al XIV secolo, passando attraverso l’Egitto dei Mamelucchi, le carte assunsero una configurazione molto più simile a quelle che conosciamo oggi, con i semi di coppe, denari, spade e bastoni. Furono probabilmente le rotte commerciali e i contatti culturali, forse intensificati dalle Crociate, a introdurre poi le carte in Europa, con le prime attestazioni che emergono in particolare dall’Italia e dalla Spagna.

Il ruolo dei tarocchi medievali

Nel corso del XV secolo si assistette a una significativa innovazione nel mondo delle carte da gioco con la comparsa dei tarocchi, originariamente chiamati trionfi. I mazzi utilizzati, più ampi dei tradizionali, venivano creati aggiungendo ai 4 semi latini un gruppo di 22 carte speciali illustrate, con figure allegoriche e simboliche, note come Trionfi o Arcani Maggiori, talvolta accompagnate da una carta senza numero chiamata Matto. Questi particolari segnavano di fatto la differenza tra i tarocchi e le prime carte da gioco tradizionali. Le più datate testimonianze dei tarocchi risalgono agli anni ‘40 del Quattrocento: si parla di contesti nobiliari, come la corte dei Visconti a Milano e gli Este a Ferrara, presso i quali i tarocchi rappresentavano un passatempo d’élite, spesso commissionato a famosi artisti di talento. I tarocchi medievali costituirono di fatto la base dell’evoluzione delle carte da gioco nel Rinascimento, arricchendo il panorama ludico con nuove dinamiche e un fascino artistico inedito.

L’evoluzione delle carte nei diversi Paesi

Con la diffusione delle carte in Europa si manifestò una notevole diversificazione regionale sia nello stile grafico sia nella composizione dei vari mazzi. In Italia, accanto alla persistenza dei semi latini, si svilupparono numerose varianti regionali, spesso legate a specifici giochi locali. Esempi significativi includono le carte napoletane, piacentine e siciliane, che conservavano i semi spagnoli e un mazzo di 40 carte. Alcuni mazzi regionali sono stati associati poi all’esoterismo degli stessi tarocchi e i giocatori hanno iniziato a interrogarsi ad esempio sul significato delle carte siciliane. In altri Paesi d’Europa si affermarono invece nuovi standard come quello tedesco (con i semi dei cuori, dei campanelli, delle ghiande e delle foglie) e, soprattutto, il modello francese (con cuori, quadri, fiori e picche), destinato a diventare il mazzo di riferimento internazionale per molti giochi, inclusi quelli da poker. Alle volte le differenze tra i mazzi di carte europei risiedevano semplicemente nei semi adottati. Ad ogni buon conto, l’introduzione della stampa a partire dalla metà del XV secolo rivoluzionò la produzione delle carte rendendole maggiormente accessibili a un pubblico più vasto, sebbene le varianti regionali continuassero a prosperare iniziando a definire un forte legame tra carte da gioco e cultura popolare.

Dalle carte storiche ai mazzi moderni

Il passaggio dalle carte storiche ai mazzi moderni fu segnato da diversi fattori chiave. La progressiva affermazione dei semi francesi e del mazzo di 52 carte fu un processo graduale. Nell’Ottocento, negli Stati Uniti si assistette all'introduzione nei mazzi del Joker o Jolly, una carta aggiuntiva con funzioni speciali che divenne parte integrante del nuovo mazzo standard di 54 carte. Mentre i tarocchi continuarono la loro esistenza come puro strumento di gioco in alcune regioni (ne sono un esempio il tarocchino bolognese e il tarocco siciliano), nel XVIII secolo si verificò una svolta significativa nella loro percezione con il proliferare di interpretazioni esoteriche e divinatorie, che tendevano a indicare i tarocchi non più come semplice passatempo, ma addirittura come strumento di introspezione e presunta predizione del futuro. Una credenza che ha spinto sempre più persone in poco tempo a interessarsi non solo su come giocare, ma anche su come leggere le carte. Nonostante questa divagazione nel corso della loro evoluzione, le carte da gioco regionali italiane mantengono ancora oggi la loro vitalità, testimoniando la ricchezza e la diversità di una tradizione che pur affondando le radici nel Medioevo continua a cambiare, adattandosi ai gusti e alle esigenze delle diverse epoche. La standardizzazione delle carte da gioco può considerarsi oggi completa: le carte francesi spopolano nei casinò, ma tra i mazzi di carte moderni rientrano tranquillamente anche quelli regionali italiani.