Carte da gioco italiane: quante varianti regionali esistono?

Le carte da gioco italiane rappresentano uno dei patrimoni ludici più antichi e affascinanti del nostro Paese. Variano da regione a regione, conservando simboli, storie e tradizioni che affondano le radici nei secoli. Nel corso dei secoli e per effetto dei domini che l’Italia ha subito dai diversi imperi, si sono affermate diversi tipi di mazzi di carte da gioco nelle aree del nostro paese. Si sono così sviluppate sui territori delle macrotipologie di mazzi di carte, fino a che quasi ogni regione sviluppasse un proprio mazzo di carte che porta in sé degli elementi tipici della propria terra, alcuni simboli della cultura e della storia di quella zona d’Italia. In questa guida scopriamo quante e quali varianti esistono, le loro principali caratteristiche e come questi mazzi continuano a vivere anche nel mondo digitale.

In questo articolo tratteremo:

  • Le origini delle carte da gioco italiane

  • Le principali famiglie regionali

  • Le varianti più diffuse e le loro caratteristiche

  • Le differenze tra carte italiane e francesi

  • Come le carte italiane da gioco rivivono nelle piattaforme online

Le origini delle carte da gioco italiane

La storia delle carte da gioco italiane è lunga e articolata: le prime testimonianze affermano che il loro arrivo in Italia risale circa al XIV secolo, ma come spesso accade non si hanno conferme piene sulla datazione. Si sa però che le carte non fossero un’invenzione europea ma ‘importate’ dall’estero. Il formato che oggi conosciamo e usiamo in Italia, infatti, deriva dall’importazione in quel periodo delle tessere da gioco dei Mammelucchi egiziani che in quel periodo lo portarono in Italia, grazie agli scambi commerciali, e di lì iniziarono a diffondersi nelle principali città della penisola.

Con il tempo, ogni territorio iniziò a sviluppare propri simboli e stili grafici, dando vita a una varietà unica nel panorama europeo. Da nord a sud, le carte italiane da gioco sono diventate un vero segno di identità locale, usate non solo per i tradizionali giochi popolari ma anche per pratiche rituali, cartomanzia e celebrazioni folkloristiche.

Le principali famiglie regionali

Quando si parla di carte da gioco italiane, non ci si riferisce a un unico modello, ma a un insieme estremamente variegato di mazzi regionali che, pur condividendo la struttura di base (generalmente 40 carte suddivise nei semi di coppe, denari, bastoni e spade), presentano differenze sostanziali nello stile grafico, nella forma e nella tradizione di utilizzo. La storia della produzione artigianale italiana ha portato alla nascita di quattro grandi famiglie iconografiche, che ancora oggi distinguono i mazzi diffusi lungo la penisola.
Questi gruppi non sono semplici categorie estetiche: raccontano infatti secoli di scambi culturali, influenze politiche e identità territoriali radicate.

Carte italiane settentrionali

Questa famiglia comprende i mazzi diffusi nel Nord Italia, come Bergamasche, Bolognesi, Bresciane, Trevisane, Trentine e Triestine. Pur mantenendo i semi tradizionali italiani (coppe, denari, bastoni e spade) presentano tratti grafici peculiari come figure snelle e stilizzate, spesso influenzate dai modelli dell’Europa centrale ma anche i bastoni rappresentati come mazze dritte e spade sottili. Si hanno poi colori tenui e composizioni essenziali e un formato delle tessere più allungato rispetto ai mazzi meridionali. Questa tipologia riflette la forte interazione storica tra le città del Nord e le aree mitteleuropee.

Carte di tipo spagnolo

Sono tra le più riconoscibili d’Italia e includono mazzi celebri come le Napoletane, le Siciliane, le Sarde, le Piacentine e Romagnole. Derivano dai modelli iberici diffusi nel periodo delle dominazioni spagnole tra XVI e XVII secolo le cui caratteristiche principali possono evidenziarsi in uno stile vivace, dinamico e molto colorato dove ad esempio troviamo spade curve e bastoni nodosi, tipici dell’iconografia spagnola, ma anche figure più rigide e araldiche rispetto ai mazzi del Nord e con una grande ricchezza simbolica, spesso legata al folklore locale. Le carte siciliane, ad esempio, conservano elementi iconografici quasi unici. Ed è rilevante il fatto che le carte tra le più utilizzate sono quelle di tipo spagnolo che si ritrovano anche nei giochi con le carte napoletane spesso svolti con i mazzi di carte tipici della tradizione partenopea, ma tra i più diffusi in tutta Italia, specie al meridione.

Carte di tipo tedesco

Oggi quasi scomparse dall’uso comune, ma storicamente rilevanti nelle zone di confine del Nord-Est, le carte di tipo tedesco sono più diffuse nella provincia di Bolzano, anche se lì vengono chiamate Salisburghesi. Queste carte utilizzavano semi completamente diversi dalle carte italiane o spagnole, denominati cuori, ghiande, campanelle, foglie seguendo proprio la tradizione dei semi “tedeschi”. Le figure erano fortemente stilizzate e più vicine ai mazzi dell’area austro-bavarese. Sebbene non siano più impiegate nei giochi popolari italiani, hanno influenzato per secoli la produzione delle carte del Nord.

Carte di tipo francese

Presenti soprattutto nell’Italia nord-occidentale (Liguria, Valle d’Aosta e Piemonte), si ritrovano in queste carte i tratti tipici dei semi francesi moderni con cuori, quadri, picche e fiori. Pur separandosi completamente dall’iconografia italiana classica, hanno mantenuto una lunga tradizione regionale grazie ai contatti commerciali con Francia e Svizzera. Le carte piemontesi e le carte genovesi sono tra gli esempi più rappresentativi, ma ci sono anche le carte milanesi e fiorentine. Per approfondire la differenza tra questi mazzi e le carte italiane tradizionali, è disponibile anche la nostra guida dedicata alle carte francesi.

Le varianti più diffuse e le loro caratteristiche

In Italia esistono circa 16 mazzi regionali ufficialmente riconosciuti, ognuno con un’identità ben salda. I più importanti includono i mazzi di carte Napoletane, Siciliane, Piacentine, Bergamasche, Bresciane, Triestine, Trevisane, Fiorentine e Pisanesi, Sarde, Romagnole, Marchigiane e Genovesi. Sono tante varianti, quasi una per regione ma ogni variante mantiene la stessa struttura di base (40 carte divise in quattro semi), ma cambia nel tratto, nei colori, nelle figure e nelle proporzioni. Le differenze sono così marcate che riconoscere la provenienza di un mazzo è spesso intuitivo anche per un occhio poco esperto. Vi sono però delle caratteristiche comuni tra queste carte e cioè la simbologia che esse portano. Spesso infatti, è stato già detto, i semi sono divisi in coppe, bastoni, spade e denari. E bisogna considerare che ogni seme è un chiaro riferimento alle caste delle antiche società. Per cui le coppe sono il riferimento al clero, i bastoni ai contadini, le spade alla nobiltà e gli ori ai mercanti.

Le diverse varianti regionali variano spesso nel design ma la figura d’origine resta sempre più o meno la stessa. Ad esempio le spade delle carte settentrionali sono più simili a scimitarre rispetto a quelle spagnole, dritte. Oppure le carte piacentine hanno un aspetto molto più gotico rispetto a quelle siciliane. Differenze che rispecchiano il luogo di origine, i territori, fatti di domini diversi nei secoli e quindi eredi di culture differenti.

Le differenze tra carte italiane e francesi

Una distinzione fondamentale è quella con le più note carte francesi, oggi diffuse in gran parte del mondo.
Mentre le carte italiane usano i semi tradizionali mediterranei (coppe, denari, spade, bastoni), quelle francesi presentano cuori, quadri, fiori e picche e un design molto più standardizzato. Le carte italiane si distinguono anche per un formato più piccolo in molte varianti meridionali, l’assenza di numeri su alcune versioni storiche e la varietà grafica molto maggiore rispetto ai mazzi francesi.

Le carte da gioco e le piattaforme online

E se un tempo questi mazzi vivevano solo nelle osterie, nelle case e nelle piazze, oggi le carte italiane da gioco continuano a essere protagoniste anche nelle piattaforme moderne. Sul web è possibile divertirsi con numerosi giochi di carte disponibili online, dai grandi classici come Scopa e Briscola fino alle varianti che utilizzano regole regionali. La presenza delle carte tradizionali in formato digitale ha contribuito a preservare la loro storia e a renderle accessibili anche a chi non ha mai avuto un mazzo fisico tra le mani.

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